La Splitboard è nata per permettere agli appassionati di snowboard alpinismo di risalire la montagna con l’utilizzo delle pelli come si fa abitualmente nello sci alpinismo.
La splitboard è una tavola da snowboard divisa in parti uguali a metà in senso longitudinale con particolari attacchi per lo scarpone.
Quando la tavola è divisa possiamo istallare le pelli di foca le quali ci danno la possibilità di risalire i pendii nevosi. Tramite particolari attacchi e punti di congiunzione la split una volta montata è in tutto e per tutto una tavola “normale”.
Si hanno notizie delle prime splitboard auto costruite da appassionati di snowboard già nei primi anni ’90, forse addirittura anche prima. Nei primi anni 2000 che si cominciano a vedere commercializzate nei negozi da alcune ditte costruttrici. Tuttavia le prime splitboard avevano delle interfacce con gli attacchi non molto soddisfacenti sia per quanto riguardava il loro montaggio che successivamente il vero utilizzo .
Durante gli anni i miglioramenti non sono mancati sia dal punto di vista di leggerezza della tavola, dal punto di vista dell’interfaccia con gli attacchi e dalla fattura degli attacchi veri e propri.
Oggi finalmente la splitboard offre uno strumento molto valido, completo ed affidabile per lo snowboarder che vuole praticare snow alpinismo. Possiamo scegliere tavole a seconda della tipologia di neve e delle uscite che vogliamo effettuare, montare attacchi soft o Hard su cui possono essere istallati all’occorrenza i rampant come su un normale sci da sci alpinismo.
Per quanto mi riguarda da qualche anno mi auto costruisco le mie splitboard autonomamente, ricavandole da diverse tavole da snowboard a seconda del tipo di split che voglio costruire.
La splitboard si adatta perfettamente alle condizioni delle Alpi Apuane e dell’Appennino. Offre la possibilità di risalire il pendio con agilità e più sicurezza rispetto all’utilizzo delle ciaspole. Questo ci permette di arrivare al nostro obbiettivo più freschi, in minor tempo così da goderci anche meglio la nostra discesa.
Roberto Maggi
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